giovedì 25 settembre 2014

Vi voglio raccontare una storia...

Questa storia parla di una mamma rincoglionita che a 40 anni ha deciso di allenarsi tutti i giorni per competere in gare in cui non vincerà mai. Per farlo nel modo più efficace ha acquistato i servigi di un coach a distanza che le dice cosa fare. Per render conto dei suoi allenamenti si è comprata uno di quegli orologini che ti misurano anche quante volte pensi “ma chi c@#@o me l’ha fatto fare!?!??” mentre ti alleni. (Si spera che leggiate il blog ad una età idonea per le parolacce anche se criptate).
Ora un giorno questa mamma rincoglionita, dopo l’allenamento, doveva partire per un viaggio. E siccome è convinta di esser onnipotente, pensava di poter registrare l’allenamento che aveva appena fatto, sul suo computer, mentre guidava. Per chi non è avvezzo alla pratica, si tratta solo di aprire il computer portatile, far partire il software che legge i dati dell’orologio che deve essere a poca distanza. Ma magari mentre guidi è meglio focalizzarsi su altro, ma stiamo parlando sempre di quella mamma che si crede più furbetta degli altri, voi per favore registrate: MENTRE SI GUIDA NON SI DEVE FARE NULL’ALTRO. Ma andiamo oltre. Il viaggio prevedeva un cambio mezzo prima di partire. Notoriamente la mamma onnipotente ha con se mezza casa. Durante il trasbordo, quell’orologino magico che legge anche i suoi pensieri decide di sua spontanea cpu (hanno la cpu gli orologi? Non so.. comunque), di andarsene per i fatti suoi sull’asfalto adiacente. Credo fosse un ammutinamento visto gli scarsi risultati del suo training. Dunque la mamma durante il viaggio cerca di fare l’operazione di trasferimento dati, ma non trova l’orologio. Se ne fa una ragione convinta che “prima o poi salterà fuori” (è un mantra tipico di chi come lei, non che sia completamente stordita, ma ha avuto la sfortuna di nascere nel triangolo delle bermuda, non è colpa sua se perde puntualmente cose). 
Dopo qualche giorno passato a rovistare in ogni orifizio di borse possibili, le assale il sospetto che il famoso orologino sia andato oramai perso. Dopo una o due sessioni di buddismo spinto, si convince che questa perdita porterà in qualche modo un vantaggio, si tratta solo di aspettare. (Ovviamente siamo in presenza di autosuggestione, per non buttarsi di testa contro il termosifone dopo l’ennesima min@#!@ta. In qualche modo anche lei deve sopravviverSI). Dopo un paio di giorni però… si compie il miracolo. Aprendo la casella di posta elettronica, la mamma rincoglionita, trova una mail di un gentile cavalliere che le dice di aver trovato il suo orologio, di esser risalito alla mail dalla registrazione del prodotto sul sito della casa produttrice e che si rendeva disponibile alla restituzione, se gli si poteva indicare le modalità che meglio confacevano alla mamma_rinco. Lei piena di stupore e di emozione risponde immediatamente, ma dentro si sente in qualche modo fiera. Si fiera. Perché sa che ha sempre provato a comportarsi onestamente (non sempre ci è riuscita, perché al di la di quel che crede, non è onnipotente), e che questo sia il giusto ritorno del suo spirito di collaborazione con il creato. Ma la storia non è mica finita qui! Il gentil cavalliere le dice dispiaciuto che purtroppo quando ha trovato il prezioso amuleto stava rientrando a Roma, dove vive, ma che in qualche modo avrebbe potuto spedirglielo anche attraverso la posta interna della multinazionale per cui lavora. Be caso vuole, che la mamma con i superpoteri inventati, dopo qualche giorno, dovesse proprio andare a Roma e si preoccupa di poterlo incontrale per lo meno per offrirgli un caffe. Lui accetta e si incontrano in una stazione anonima, due persone che fino a qualche giorno prima non avrebbero avuto nemmeno una possibilità su un milione di conoscersi. La supermamma rimba si preoccupa di prendergli anche un piccolissimo presente per ringraziarlo non tanto dell’orologio, ma della pace che le ha messo nel cuore aver avuto la fortuna di conoscere una persona onesta. Lui fa un sacco di complimenti e si schernisce dietro “ho fatto una cosa del tutto normale”. Be, care le mie bimbe, quello che ha fatto questo signore, non ha niente di normale. Ha dimostrato empatia per una persona che ha perso una cosa che per lei poteva essere importante. Ha dimostrato onestà perché niente e nessuno gli impediva di tenersi l’oggetto o di regalarlo ad una delle sue figlie. Ha dimostrato modestia per non voler accettare nulla in cambio di un gesto che gli aveva fatto piacere fare. Ha dimostrato intelligenza, perché non tutti avrebbero immaginato come fare, da un oggetto, a risalire al proprietario. Finita qui? No.
Caso vuole che questa persona ricopra un ruolo nella multinazionale per cui lavora, strettamente connesso al lavoro della mammma-rinco. E sempre caso vuole che parlando salti fuori un interesse comune ad avere contatti anche di business. Potete immaginare l’energia che ha generato questo avvenimento nella vita di questi due esseri umani? A questo punto sarete arrivate da sole alla morale di questa storia. HO CULO! No va be a parte questo.. :)
Vorrei che capiste che non sempre quel che ci pare una disgrazia lo sia fino infondo, che a volte ci troviamo di fronte a situazioni che ci paiono disperate e invece dietro nascondono grandi opportunità. Che a questo mondo le persone oneste ESISTONO basta dar loro l’opportunità di farsi conoscere. Che se si è onesti in prima persona probabilmente non sempre subito, ma prima o poi in qualche modo saremo ripagati e se anche mai, il solo esserlo vi farà stare in pace con voi stesse. Che per esser felici non bisogna mai fermarsi alle apparenze e farsi abbattere da situazioni che ci sembrano senza via di uscita. Che val sempre la pena sperare, che val sempre la pena aprirsi agli altri, che val sempre la pena pensare positivo.
Detto ciò, non crediate che non vi farò altri cazziatoni alla milionesima cosa che perderete! Ma per lo meno, non ne saremo tristi insieme.



SUPERMAMMA MISSIONE: VIVI LA VITA E TRANNE UNA MORALE, ACCOPLISHED!



1 commento:

  1. Se alle figlie passa il messaggio che quando si perde qualcosa poi arriva un Principe Azzurro a riportartelo ... sei finita :-) O forse volevi trovare un modo carino per ripulire la loro stanza ... Scherzi a parte, ci sono davvero tanti spunti in questo episodio e li hai evidenziati tutti. A me verrebbe da ribadirne un paio. Il primo è che davvero dovremmo imparare a valutare gli episodi che ci capitano in un arco temporale più ampio e capire che quelle che spesso chiamiamo "sfighe" sono in realtà colpi di fortuna. Ne cito solo uno per tutti a livello personale: la società dove oggi lavoro e che mi ha dato da vivere bene per 20 anni non ci sarebbe se non avessi perso il concorso all'università come ricercatore (e all'epoca avevo pianto). Anni fa ho conosciuto una ragazza che lavorava per un'azienda che commercializzava computer e sistemi per grandi imprese. Era aggressiva, insopportabile, evitata da tutti. Ha avuto un tumore (so che è una cosa gravissima!). L'ho reincontrata dopo l'operazione: rinata! Una Donna diversa, che aveva ritrovato la sua famiglia, il marito e le sue figlie. Aveva riscoperto la gioia di viversi le amicizie più care, etc ... So che non è facile, ma davvero dovremmo riuscire a valutare ogni accadimento in una prospettiva più ampia. Ogni tanto ci provo, non sempre ci riesco. Dopo tanti anni per esempio ancora non riesco a trovare un aspetto positivo o dare un significato più esteso allo scudetto vinto dalla sampdoria, ma vabbè ...
    L'altro aspetto che mi colpisce della tua storia è il legame tra tanti fatti separati apparentemente disgiunti: la perdita dell'orologio, il lavoro alla multinazionale, il tuo lavoro, etc ... Ho letto un libro recentemente che parlava di queste "coincidenze significative". Sono sempre più convinto che nulla succede per caso, ma che ci sia una trama. Non voglio spingermi oltre, perchè non ne ho le capacità e non credo sia nemmeno il contesto opportuno. Ma vivo forte questa sensazione.
    Last but not least ... il mio cavallo di battaglia :-). E' forse il valore che da sempre cerco di trasmettere ai miei figli. Ed è sintetizzato da una frase di Fra Cristoforo nell'ultimo capitolo dei Promessi Sposi: "Bisognerebbe pensare più a FAR BENE che a STAR BENE. E si finirebbe pure per STARE MEGLIO". Non ne ho la certezza, ma sono convinto che nella storia che ci hai raccontato, la persona più felice - alla fine - sia stato proprio "il Cavaliere" che ti ha restituito l'orologio.
    GRAZIE Chiara per i tuoi post, perchè ci apri il tuo animo e ti metti in gioco in prima persona. E' sempre un piacere leggerti e anche questo Blog ... forse ... non è qui per caso.

    RispondiElimina